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Procedimenti disciplinari al Ruggi, la Fisi attacca: “Dati falsi e ricostruzione manipolata” Attualità zonarcs 

Procedimenti disciplinari al Ruggi, la Fisi attacca: “Dati falsi e ricostruzione manipolata”

La Fisi, Federazione Italiana Sindacati Intercategoriali, interviene con toni durissimi sul caso disciplinare che coinvolge un dirigente medico dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “Ruggi d’Aragona”. In una nota ufficiale, il segretario generale Ciro Silvestri contesta pesantemente un recente articolo giornalistico, accusandolo di riportare informazioni inesatte e di aver omesso elementi fondamentali.

Il sindacato parte dal nodo dei tempi procedurali: il pezzo parlava di 180 giorni come limite per la conclusione dell’iter, ma per la Fisi la legge è chiara – 120 giorni, come previsto dal D.Lgs. 165/2001 e dal CCNL della dirigenza medica. Un dettaglio tutt’altro che secondario, perché spostare in avanti la scadenza finirebbe per alleggerire responsabilità che, secondo la sigla, sono esclusivamente dell’Azienda.

Imprecisioni anche sulle sanzioni: non 60 e 25 giorni, ma 75 e 10 quelli realmente notificati alla dirigente. «Non si tratta di sfumature – attacca Silvestri – ma di atti amministrativi. Riportare numeri sbagliati significa disinformare».

La Fisi respinge inoltre ogni ipotesi di responsabilità della professionista nei ritardi, definendo “falsa” l’idea che abbia ostacolato l’iter. Al contrario, la dirigente avrebbe depositato tutto nei termini, mentre le lentezze sarebbero da imputare esclusivamente agli uffici ospedalieri.

Altro punto contestato: il ruolo del Direttore Generale. L’articolo avrebbe attribuito al DG una “spinta decisiva” nel procedimento, ma per il sindacato si tratta di un’affermazione «fuorviante», perché il DG non ha competenze sulle decisioni disciplinari.

Ma la Fisi punta il dito anche contro un’assenza che considera “grave”: nel pezzo non si fa alcun riferimento alle segnalazioni interne presentate dalla dirigente, riguardanti presunte irregolarità gestionali e possibili incompatibilità tra incarichi pubblici e attività imprenditoriali. Un elemento centrale che, secondo la Federazione, cambia completamente la lettura della vicenda, aprendo anche all’ipotesi di un provvedimento potenzialmente ritorsivo.

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